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Pronto Soccorso: Sovraffollamento e Accessi Impropri

Sovraffollamento nel Pronto Soccorso: quali sono le cause reali?

L’emergenza ospedaliera, che si traduce in mancanza di posti letto per le persone che necessitano di ricoveri per eventi acuti, è sempre più in aumento. E questa non è da imputare esclusivamente agli accessi ai Pronto Soccorso, che vedono infatti un trend in continua diminuzione.

La progressiva riduzione della dotazione di posti letto in corsia e conseguente ridotta possibilità di assorbire i ricoveri è ragione di #SovraffollamentoProntoSoccorso | #ECM #CriticalCare Condividi il Tweet

Le motivazioni del sovraffollamento nel Pronto Soccorso sembrano essere tre:

  1. la progressiva riduzione della dotazione di posti letto in corsia, che ha drasticamente ridotto la possibilità di assorbire i ricoveri d’emergenza non programmati come sono quelli provenienti dai Pronto Soccorso
  2. il blocco del turn over per il personale. I carichi di lavoro sempre più pesanti si ripercuotono ovviamente di più nell’attività dei Pronto Soccorso, per definizione più stressante e comunque attiva 24 ore su 24
  3. l’ancora incompiuta riforma dell’assistenza territoriale, dalla quale ci si aspetta un filtro dell’emergenza con la possibilità di gestire a domicilio o in strutture ambulatoriali le piccole emergenze, riducendo così gli accessi ai Pronto Soccorso ospedalieri, soprattutto quelli non appropriati che sono ancora il 30% del totale.

L’analisi delle diagnosi di accesso al PS in una settimana indice, quella di gennaio 2019, elaborata dall’Istituto Superiore di Sanità, e basata sui risultati del sistema di sorveglianza degli accessi al pronto soccorso, mostra che solo il 12,5% degli accessi totali è relativo a una sindrome respiratoria, che comprende tutta una serie di potenziali patologie tra cui anche l’influenza.

L’attribuzione all’influenza della responsabilità del sovraffollamento dei Pronto Soccorso non è supportata da alcun dato epidemiologico.

C’è invece il fenomeno degli accessi impropri che ancora oggi si stima attorno al 30%.

Un segnale dei ritardi nella costruzione di una rete di emergenza territoriale effettivamente capace di assorbire parte delle richieste di soccorso.

Il concetto di appropriatezza

Secondo il dizionario Zingarelli della lingua italiana è appropriato ciò che risulta adeguato, preciso, calzante, opportuno. In generale, un’azione, una scelta, una decisione, è appropriata quando risulta adatta, conveniente, giusta per la situazione in cui si verifica.

Una cura è appropriata quando è in grado di massimizzare il beneficio e minimizzare il rischio al quale un paziente va incontro quando accede a prestazioni o servizi | #ECM #Infermieristica Condividi il Tweet

Nell’ambito dei servizi e dell’assistenza sanitaria una cura può considerarsi appropriata quando sia associata a un beneficio netto o, più precisamente, quando è in grado di massimizzare il beneficio e minimizzare il rischio al quale un paziente va incontro quando accede a determinate prestazioni o servizi.

Inoltre, nella storia naturale di qualunque condizione o trattamento, è possibile fissare un punto prima del quale è inappropriato intervenire o fornire un servizio. Analogamente, è possibile fissare un punto oltre il quale un servizio diventa inappropriato, in gran parte a causa della perdita di benefici in quella determinata fase di malattia o di bisogno di assistenza.

L’appropriatezza degli accessi in Pronto Soccorso

Il ricorso al pronto soccorso spesso avviene per motivazioni scarsamente appropriate che potrebbero essere trattate in contesti assistenziali più opportuni. È un fenomeno ben conosciuto e che attanaglia tutti i sistemi sanitari.

In Italia gli accessi impropri al Pronto Soccorso sono il 24,18% del totale | #ECM #Infermieristica #Infermieri #CriticalCare Condividi il Tweet

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Secondo un focus dell’Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) e della Simeu (Società italiana medicina emergenza e urgenza) gli accessi impropri sono tra il 9 e il 54,1% negli USA, tra il 25,5 e il 60% in Canada, tra il 19,6 e il 40,9% in Europa.

In Italia la variabilità di questi accessi impropri è significativa nelle diverse aree geografiche. Il valore medio nazionale è del 24,18%, al sud e nelle isole sale al 30,94%, al centro invece scende al 17,98%, mentre il nord registra un 23,85%.

Secondo i numeri del focus, gli accessi al Pronto soccorso nel 2013 in tutta Italia sono stati circa 24 milioni. 1% i codici rossi, 18% gialli, 66% verdi, 15% i bianchi. Sul totale, una parte viene dimessa senza necessità di ricovero, dopo aver esaurito il bisogno di cure già in pronto soccorso: circa 98% dei bianchi, l’88% dei verdi, il 64% dei gialli.

L’attesa per il ricovero, dopo la valutazione in pronto soccorso, in molti casi si estende da 1 a 6 giorni.

Cittadini e accessi inappropriati

Gli accessi inappropriati, e che potrebbero trovare risposta in sedi diverse dal pronto soccorso, sono il 30% del totale. Di questi il 95% sono codici bianchi e il 20% codici verdi, spesso celano un’emergenza sociale a cui si deve dare comunque una risposta.

Gli accessi inappropriati in Pronto Soccorso, sono il 30% del totale. Di questi il 95% sono codici bianchi e il 20% codici verdi. #ECM #FAD #CriticalCare Condividi il Tweet

Sono molteplici i fattori che spingono i cittadini a rivolgersi al Pronto soccorso:

  • scarsa fiducia nella Medicina generale
  • comodità nella convinzione che al Pronto soccorso sia possibile ottenere una risposta in tempi brevi senza dover affrontare i tempi di attesa che spesso contraddistinguono il sistema sanitario nazionale
  • salute vissuta come un diritto al quale non si può prescindere
  • ansia
  • scarsa fiducia nei confronti del Servizio di guardia medica.

In ogni caso questi accessi inappropriati, pur costituendo il 30% del totale, sono gestiti in tempi brevi e impegnano limitatamente il personale dell’emergenza: meno del 15% delle ore totali.

L’impegno enorme del personale di pronto soccorso è invece sui casi più gravi, codici verdi, gialli e rossi, che dovrebbero essere ricoverati entro 6 ore, secondo gli standard di riferimento.

La vera inappropriatezza per il pronto soccorso non è tanto il paziente con un codice basso, ma il paziente in barella in attesa di essere ricoverato in un altro reparto dell’ospedale.

L’analisi corretta dei dati orienta a progettare interventi e destinare risorse non tanto sul problema degli accessi impropri, quanto piuttosto su altri fattori che sono i reali determinanti dell’affollamento. I percorsi intra-ospedalieri dai pronto soccorso ai reparti e i percorsi di uscita dall’ospedale al territorio, dove è indispensabile rafforzare il sistema di supporto domiciliare e la rete delle strutture.

La vera inappropriatezza per il #ProntoSoccorso è il paziente in barella in attesa di essere ricoverato in un altro reparto dell’ospedale | #ECM #Infermieristica Condividi il Tweet
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Articolo tratto dalla lezione del Percorso Formativo Infermiere OnLine di Paola Gobbi: “Il problema del sovraffollamento nel Pronto Soccorso, con particolare attenzione alle persone anziane o fragili”.

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