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Family Centered Care in Terapia Intensiva Neonatale

Family Centered Care in TI Neonatale

La Family Centered Care (FCC) si focalizza sull’idea centrale che la famiglia sia la principale fonte di supporto e stabilità nella vita di un bambino. I genitori sono i massimi esperti della sua cura e devono essere coinvolti nelle decisioni mediche, nelle attività assistenziali e nella cura neonatale.

Nonostante questo, il rapporto tra genitori e operatori non sempre è semplice. Si regge su equilibri delicati e potenziali attriti, in quanto entrambi sono convinti di avere maggiormente a cuore il benessere del bambino. Tutto questo però a discapito dell’alleanza terapeutica fondamentale nel processo di cura.

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Il professor Latour, dell’Università di Plymouth, sostiene che i principi della Family Centered Care, nonostante siano convalidati e riconosciuti, sono tuttora poco praticati.

La ricerca sta cercando di mettere in evidenza come una separazione precoce e forzata dei neonati dai loro genitori, soprattutto in caso di nascita prematura o con patologie, abbia in seguito ripercussioni a lungo termine sullo sviluppo cognitivo e comportamentale. Esistono conferme che giustificano l’urgenza di rendere le famiglie protagoniste attive nella cura.

Il linguaggio genitoriale e la vicinanza fisica sono fondamentali per promuovere l’allattamento al seno, riducendo il rischio di insorgenza di depressione post parto. Nonostante questo, molti operatori sono convinti che si debbano escludere i genitori. Riuscire a umanizzare le cure migliora la performance, in quanto la famiglia è partecipe e incide sulla riduzione degli accessi ripetuti in ospedale.

Evoluzione storica del concetto Family Centered Care

L’assistenza centrata sulla famiglia è uno dei numerosi termini che si riferiscono a una visione basata sulla relazione operatore sanitario e famiglia. Nonostante il concetto abbia iniziato ad avere un supporto grazie al patrocinio guidato da genitori di bambini con esigenze sanitarie speciali (CSHCN) negli anni 80, i suoi principi di base si possono trovare in scritti filosofici sulla relazione paziente-operatore sanitario dai tempi antichi a quelli contemporanei.

In ambito neonatale, l’assistenza centrata sul paziente viene modificata in assistenza centrata sulla famiglia, riconoscendo che il benessere dei bambini è indissolubilmente legato a quello delle loro famiglie | #ECM #FCC… Condividi il Tweet

Quando si utilizza il modello centrato sul paziente, i processi di cura sono organizzati per facilitare gli operatori al servizio dei pazienti.

In ambito neonatale, l’assistenza centrata sul paziente viene modificata in assistenza centrata sulla famiglia, riconoscendo che il benessere dei bambini è indissolubilmente legato a quello delle loro famiglie.

Un approccio incentrato sulla famiglia richiede la consapevolezza che le famiglie hanno il diritto e la responsabilità di collaborare al processo decisionale per conto del proprio figlio.

Family Centered Care; dagli anni 50 agli anni 80

Alla fine degli anni 50 la maggior parte degli operatori sanitari riteneva che le visite dei genitori ai loro figli ospedalizzati non garantivano le cure efficaci. Le valutazioni dove emergeva che i bambini piangevano di più in presenza di un genitore venivano interpretate come se le visite dei genitori fossero dannose.

Negli anni 70 invece si iniziò a prendere in considerazione il fatto che episodi di separazione dai genitori avessero il potenziale per danneggiare psicologicamente i neonati. Da qui le politiche ospedaliere statunitensi iniziarono a garantire la presenza dei genitori durante il ricovero.

Un ulteriore sostegno all’importanza della famiglia per la salute dei bambini arrivò nel 1977. Engel presentò il modello medico psicosociale, la cui tesi metteva in evidenza come gli operatori sanitari dovevano spostare la propria attenzione oltre al bambino verso il contesto familiare al fine di favorire la salute dei piccoli.

Nella conferenza del 1987 sui bambini con speciali bisogni di assistenza sanitaria, Everett Koop ha diffuso la prima definizione ampiamente riconosciuta negli Stati Uniti di assistenza centrata sulla famiglia.

Attaccamento madre-neonato

Il legame di attaccamento madre-neonato ai fini dello sviluppo e del benessere cognitivo e comportamentale è un aspetto ormai consolidato.

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L’accudimento precoce e continuo permette alla mamma di conoscere il proprio bambino, rinforzando il suo essere madre.

La nascita di un bambino prematuro o malato, dove vi è la necessità di ricovero presso la Terapia Intensiva Neonatale (TIN), può ostacolare o rallentare questi processi.

Al bambino viene a mancare l’ambiente protettivo e accogliente che aveva nella pancia della mamma. Vengono anche a mancare tutte quelle attenzioni che avrebbe ricevuto se non fosse stato ricoverato, l’allattamento al seno e i massaggi.

Ortenstrand e colleghi mettono in evidenza l’importanza della presenza dei genitori, in quanto possono iniziare la loro interazione con il neonato e capirne i segni, dimostrando che una maggior presenza dei genitori riduce la lunghezza della degenza ospedaliera dei neonati in media di cinque giorni.

Flaking distingue nei suoi studi, due diverse modalità in cui la mamma può stare vicino al suo bambino:

  • La vicinanza fisica, dove passiamo dallo skin to skin alla sola presenza dei genitori senza alcun contatto, vicino al proprio bambino
  • La vicinanza emotiva, si manifesta dai sentimenti di amore, cura, affetto.

Alcuni studi dimostrano come la qualità della cura verso i neonati prematuri, in termini di vicinanza fisica, emotiva ed empowerment genitoriale, può influenzare lo sviluppo neurologico del neonato.

L’assenza di contatto fisico fra mamma e neonato dopo la nascita è associato all’insorgenza di successivi problemi emotivi nei neonati pretermine.

Alcuni studi dimostrano come la qualità della cura verso i neonati prematuri, in termini di vicinanza fisica, emotiva e empowerment genitoriale, può influenzare lo sviluppo neurologico del neonato | #FCC #ECM #Infermieri Condividi il Tweet

Umanizzazione delle cure e rapporto genitore-infermiere

Di fondamentale importanza a questo punto è la necessità che nelle Terapie Intensive Neonatali si supporti la vicinanza fisica fra genitore e bambino.

Si passa quindi dalle tradizionali cure meccaniche, alla Family Centered Care che considera il benessere del bambino dipendente da quello della sua famiglia. L’assistenza centrata sulla famiglia è stata definita come:

Supporto professionale al bambino e alla famiglia, attraverso un processo di coinvolgimento, partecipazione e condivisione, sostenuto da empowerment e negoziazione.

Il concetto che emerge mette in evidenza l’importanza di prestare attenzione al soddisfacimento dei bisogni non solo del bambino, ma a quelli di tutta la famiglia coinvolta nel piano di cura.

L’assistenza centrata sulla famiglia è pertanto una pratica assistenziale che riconosce la centralità della famiglia nella vita del neonato prematuro.

Il ruolo del personale Infermieristico trova un importante cambiamento, passando dall’eseguire le cure, a guidare i genitori nella presa in carico e nell’accudimento, maturando il ruolo di genitore.

Il coinvolgimento prevalentemente della madre, permette di accrescere la fiducia verso le proprie capacità e il proprio ruolo genitoriale e nel caso di parto prematuro, di garantire il legame con il bambino, bruscamente interrotto con il parto.

Il ruolo dell' #Infermiere trova un importante cambiamento, passando dall'eseguire le cure, a guidare i genitori nella presa in carico e nell'accudimento, maturando il ruolo di genitore | #FamilyCenteredCare #ECM Condividi il Tweet

Il sostegno degli operatori ha un’importanza notevole in quanto:

  • Avviene in un momento dove i genitori si sentono molto fragili e scarsamente compresi all’interno del contesto familiare;
  • Permette ai genitori di percepire la qualità dell’assistenza erogata, anche quando il decorso non è favorevole.

La capacità empatica dell’Infermiere permette un solido sostegno ai genitori, rafforzando il rapporto operatore-genitore.

La single family room

Il reparto di Terapia Intensiva Neonatale risulta per i genitori un ambiente estraneo, cupo e privo di quella felicità del momento. Con il passare dei giorni inizia un adattamento all’ambiente e diminuisce lo stato d’ansia e agitazione. Ricreare un ambiente familiare con area giochi per i fratellini riduce la fatica e l’ansia.

Garantire una sfera privata trascorrendo del tempo in una camera familiare dedicata all’interno del reparto è importante, soprattutto nei giorni in cui il neonato è instabile, in quanto dà loro la sensazione di essere una vera famiglia.

Vi sono delle esperienze Italiane dove la Single family room accoglie in una stanza la famiglia per la prestazione di cure intermedie. Questo permette ai genitori e al bambino di affrontare con più serenità un momento difficile come la nascita prematura e il periodo del ricovero.

Le single family rooms permettono la presenza costante di mamma, papà, fratellini, facilitando l’interazione, garantendo effetti positivi come la riduzione delle infezioni, l’incremento dell’alimentazione con latte materno, una migliore crescita e la riduzione della durata della degenza

Le #SingleFamilyRooms permettono la presenza costante di genitori e fratelli, facilitando l’interazione, garantendo effetti positivi come la riduzione delle infezioni e la riduzione della durata della degenza | #ECM #FCC Condividi il Tweet

Il metodo Family Centered Care

Il concetto fondamentale della Family Centered Care è quello di soddisfare i bisogni, non solo del bambino, ma di tutta la famiglia coinvolta accanto a lui nel processo di recupero della salute e dell’autonomia.

La famiglia ha la possibilità di prendersi cura del bambino sotto la supervisione dell’infermiere, attraverso un processo di coinvolgimento, partecipazione e collaborazione.

L’obiettivo è mantenere e rinforzare i ruoli all’interno della famiglia e i legami tra di essa e il bambino ricoverato. Questo tipo di assistenza richiede che l’Infermiere abbia un bagaglio di conoscenza professionali e abilità per supportare il coinvolgimento della famiglia nell’ambiente ospedaliero.

Con la #FamilyCenteredCare la famiglia ha la possibilità di prendersi cura del bambino sotto la supervisione dell’ #infermiere, attraverso un processo di coinvolgimento, partecipazione e collaborazione | #ECM #FCC Condividi il Tweet

L’assistenza deve essere adatta alle caratteristiche di ciascuna famiglia e può cambiare anche per la stessa famiglia durante il percorso terapeutico dei bambini. Per fare questo è indispensabile che il personale medico e Infermieristico abbiano buone capacità comunicative per informare il genitore in modo aperto, semplice e corretto sulla situazione sanitaria del bambino.

La mancanza di informazioni può far scaturire nei genitori stati d’animo negativi come stress, ansia e angoscia.

Dalla letteratura emerge come l’attenzione alle esigenze psicosociali ed emozionali del neonato e della famiglia, abbiano un peso addirittura maggiore dell’abilità tecnica e dell’efficienza del personale sanitario nel determinare il livello di soddisfazione dell’utenza.

La FCC sta diventando lo standard di cura nel mondo, dove la famiglia è considerata una fonte primaria di forza e supporto del neonato.

Strategie di applicazione del modello

Nel mettere in atto qualsiasi modello assistenziale è essenziale la compliance del paziente e della famiglia. Al fine di migliorare l’adesione al programma assistenziale si dovrebbero mettere in atto alcune strategie:

  • Educare: Fornendo tutte le informazioni relative alla malattia, coinvolgendo tutte le persone incluse nel piano di cura.
  • Comunicare: Discutere il piano di cura, ascoltare il paziente, fornire informazioni scritte, costruire un rapporto di fiducia.
  • Negoziare: Stabilire con la famiglia gli obiettivi del piano di cura
  • Semplificare: Eliminare le barriere che rendono difficile il percorso
  • Individualizzare: Definire piani di educazione e azioni personali, coinvolgendo i membri della famiglia, chiedendo supporto anche dello Psicologo

Capacità comunicative dell’infermiere

Il benessere del bambino è fortemente legato al benessere della sua famiglia e della comunità in cui vive. La partecipazione parentale alle cure neonatali è alla base della moderna assistenza neonatale, dove i genitori possono svolgere un ruolo significativo nel piano di cura.

Dalla letteratura emerge come sia cambiato negli anni il ruolo del professionista sanitario, in precedenza visto come l’unico esperto nella cura e nell’assistenza del bambino. Il genitore veniva invece percepito come un ostacolo all’assistenza ed escluso da qualsiasi attività e poco informato sullo stato di salute del bambino.

Con il passare degli anni si sono prese in considerazione le conseguenze psicologiche ed emotive che l’ospedalizzazione comporta. Si è arrivati quindi a considerare il genitore come parte attiva nel processo di cura.

In questa situazione il ruolo dell’Infermiere è anche quello di gestire e suggerire comportamenti idonei affinché il coinvolgimento dei genitori avvenga nel modo più efficace.

L’#infermiere deve possedere un bagaglio di capacità finalizzate al coinvolgimento della famiglia per riuscire a implementare una vera assistenza centrata sulla famiglia | #ECM #FamilyCenteredCare #FCC Condividi il Tweet

Le famiglie che hanno la sensazione di poter controllare le situazioni nelle quali si trovano, vedono ridotta la propria ansia, che è dimostrazione di impotenza.

L’infermiere pertanto dovrebbe possedere un bagaglio di capacità finalizzate al coinvolgimento della famiglia. Buone capacità comunicative e di insegnamento risultano essenziali per riuscire a implementare una vera assistenza centrata sulla famiglia.


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